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Depressione post vacanza

Il ritorno dalle vacanze estive è davvero uno shock? Può essere motivo di disagio? Esiste la “depressione post vacanza”?

Esistono differenti teorie a riguardo ed i pareri sono discordanti. La prima considerazione logica è che certamente la fine delle vacanze estive segna anche il passaggio del testimone tra un periodo dominato dal sole, con giornate piene di luce dove il tramonto è alle 22.19 nel giorno più lungo dell’anno nel solistizio d’estate che cade il 21 Giugno. Forse ciò che più colpisce sul finire delle vacanze è la sensazione di distanza che si ha, attendendo una nuova estate di sole, mare, montagna o lago. Tra tuffi e lunghe passeggiate, gelati e risate, ogni estate appare come un periodo magico, in cui ci si sente meglio disposti e pieni di energia.

Chi è riuscito a rilassarsi e a cambiare i propri ritmi di vita al ritorno può fare più fatica a riprendere la routine. Si possono avvertire: sensazione di stordimento, anedonia, malesseri fisici, disturbi del sonno, accompagnati anche da uno stato di tristezza, sintomi che possono far pensare di soffrire di una vera e propria sindrome. A tutti gli effetti il nostro corpo è sottoposto ad uno stress, i sistemi che si attivano quando stiamo affrontando un cambiamento (ipotalamo-ipofisi e surreni) sono gli stessi.

Che ci sia un calo dell’umore è fisiologico! Trovo piuttosto “normale” non vedere l’ora di immettersi nel traffico dei raccordi, di ripiegarsi agli orari lavorativi e ai ritmi frenetici della city. La questione è cosa ci siamo lasciati alle spalle prima di partire. Se il lavoro era deludente prima, è inevitabile ritrovarlo tale e quale dopo, anzi, il divario si percepirà più intenso poiché in vacanza abbiamo sperimentato un clima di benessere. Lo stesso discorso vale per l’ambiente famigliare o il contesto scolastico, non possiamo aspettarci che le dinamiche negative si siano risolte magicamente mentre eravamo sdraiati in riva del mare. Anche lo stato mentale subisce un contraccolpo. L’estate, con il sole, le feste, l’allegria, ci travolge ineluttabilmente e ci porta una sferzata di energia fresca, in cui le idee proliferano, così i progetti, ma una volta rientrati, il peso della quotidianità ci cade addosso come un macigno e i sogni ritornano, insoddisfatti, nel cassetto. Ciò nonostante, la rottura delle abitudine, sebbene per poco tempo, ha effetti benefici sulla nostra psiche, in quanto allenta gli automatismi, sgombera la mente, regala una visione d’insieme, e può persino aprire la strada a intuizioni risolutive. Questo “stato passeggero di grazia” è prezioso per affrontare in modo nuovo i vecchi problemi.

Tralasciando la chimica che governa il corpo umano, la vitamina D prodotta grazie all’esposizione ai raggi solari, la riflessione, se davvero è uno shock la fine delle vacanze, è sul tempo che noi impieghiamo e ciò che facciamo in quel periodo dell’anno che ci traghetta tra una estate e l’altra.

E’ importante la soddisfazione personale, oltre al lavoro è sempre bene avere a disposizione uno spazio personale dove coltivare i propri interessi. La stessa progettualità, quella che possiamo definire  come “il buon proposito per il nuovo anno”, è un modo intelligente e utile per spezzare la routine ripetitiva della quotidiniatà, sia che si viva in città o in campagna. Porsi nuovi obbiettivi, come ad esempio lo studio di una lingua straniera, di una qualsiasi disciplina che si è abbandonata dopo il periodo scolastico, lavori di manualità o corsi di cucina insieme ad altre persone, aiutano a diversificare e a fornire una ulteriore iniezione di energia ed entusiasmo.

L’estate può apparire più facile per così dire, dove la spensieratezza della vacanza ci allontana dalle abitudini e dai luoghi che associamo al lavoro. Il modo dunque più proficuo è quello di prepararsi, pianificando nuove esperienze e dandosi obbiettivi più realizzabili.

Quello che segue questo periodo luminoso e vivo è l’arrivo dell’autunno, le giornate si accorciano e il pungente freddo comincia a scandire le ore passate all’esterno. L’autunno sonnolento apre la stagione che porta però ad un altro fantastico momento di felicità, relax e famiglia: il periodo natalizio. Se si pensa di non poter sopportare le giornate più buie è possibile ricorrere a rimedi semplici ma efficaci, come l’adozione di una lampada che riproduce la luce naturale del giorno, con una intensità luminosa di oltre 10.000 lux, utilizzandola durante la colazione e magari alla sera dopo essere tornati dal lavoro, può aiutare ad alzare il tono del nostro umore. Sono lampade ormai facili da reperire, si trovano sui maggiori siti di vendite online, oppure basta una semplice visita in farmacia per ordinarne una.

Un altro rimedio molto semplice, se ci sentiamo senza forza, è quello dell’uso degli integratori nel periodo iniziale del cambio di stagione. C’è una vera e propria scienza dietro la produzione di questi integratori, anni di studio compressi in una semplice pastiglia. Non è farmacologia, si tratta solo di elementi fondamentali per il nostro organismo che vanno ad integrare una dieta sana.

In conclusione, bisogna riformulare la domanda: il punto non è se esista o meno una “sindrome da rientro” o una “depressione post-vacanza” – che per onor di cronaca non figura in nessun manuale psichiatrico – ma se le scelte che abbiamo fatto per la nostra vita sono quelle che realmente soddisfano le nostre esigenze. È impensabile per la psiche umana essere sottoposto sistematicamente ad una condizione frustrante e pensare che un mese possa risanarla. La depressione propriamente detta, al contrario, è una malattia seria, che colpisce un numero crescente di persone … meglio non giocare con le parole.

Il vero segreto è cercare di affrontare sempre con entusiasmo ogni nuovo passaggio della nostra vita, perché ogni giornata può offrirci nuove opportunità di arricchimento.

Dott.ssa Elena Albieri

Dr. Christian Cuzzoni

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