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Mamma chioccia, madre elicottero – helicopter parents –  ma di che specie siamo?

L’espressione “madre elicottero” nasce dalla storia di una ragazza che dipingeva la propria madre come una sorta di elicottero che le ronzava in testa nel tentativo di pattugliare ogni suo movimento, pronta a paracadutarsi in suo soccorso al primo problema. Da un punto di vista più scientifico si intende un livello di coinvolgimento nella vita dei figli non conforme alla fase di sviluppo in cui essi si trovano.

Vediamo meglio l’identikit dei genitori elicottero …

Quello che muove il “genitore elicottero” è la convinzione che l’essere presenti in ogni aspetto della vita dei propri figli sia un gesto di amore e interesse, e si approcciano loro con una completa dedizione, natura protettiva e disposizione a condividere tutte le esperienze di vita. Essi credono che preoccuparsi sia un’attività nobile, così come il sacrificarsi.
Sono soprattutto le madri a identificarsi con i figli, nei loro successi e dolori, tanto da soffrirne anche loro. Sono in grado di alleviare sofferenze e frustrazioni ai propri bambini, anche quando sono grandicelli.  Sono quelle che cercano di prevedere l’imprevedibile.
Questa tipologia di genitore cerca di provvedere ai loro bisogni, indipendentemente dall’effettiva esigenza dei figli di vedersi risolti tutti i problemi, spesso ancor prima che si presentino. Li aiutano a superare tutti gli ostacoli che incontrano, soprattutto in ambito scolastico, spesso fanno compiti al posto loro, discutono con gli insegnanti per lamentarsi di un litigio fra compagni di classe.
I genitori elicottero ci sono sempre, e si fondono con i bisogni dei figli, privandoli dell’autonomia della scelta. Criticano allenatori che stimolano la competitività, fanno il taxi per ogni desiderio, diventano confessori sentimentale, confidenti e amici, e una volta grandi, interferiscono con i loro datori di lavoro. Infatti, la caratteristica distintiva di questi genitori è che la frequenza delle loro intrusioni nella vita dei figli non diminuisce con il passare degli anni. Nel 2012, una ricerca condotta da due studiosi della Brigham Young University dello Utah ha evidenziato che «i genitori elicottero non diventano tali solo nel momento in cui i figli entrano nell’età adulta, ma più probabilmente sono da sempre eccessivamente apprensivi …  Una volta che i loro bambini crescono e se ne vanno di casa, e controllarli diventa più difficile, scatta la fase dell’elicottero». L’innovazione tecnologica, permettendo il contatto costante, anche a distanza, ha i amplificato il fenomeno; il cellulare, infatti, si presta benissimo come estensione del controllo genitoriale, tanto da essere definito: “il cordone ombelicale più lungo del mondo” (R. Mullendore).

Quali sono i costi di tanta devozione?
Una recente ricerca longitudinale su bambini in età prescolare, condotta dal Centro di Salute Emotiva dell’Università Macquaire di Sidney e pubblicata sul giornale scientifico PlosOne,ha evidenziato che i comportamenti dei genitori iperprotettivi aumentano la probabilità di generare disturbi d’ansia nei figli. Le conclusioni di questo lavoro ci dicono che figure parentali iperpresenti, sia fisicamente che psicologicamente, non permettono ai bambini di sperimentare da soli una situazione ansiogena e quindi di imparare le soluzioni efficaci per affrontare i problemi. I genitori dovrebbero essere un modello di coraggio e non sostituire i figli nelle situazioni di pericolo.
Ulteriori conferme arrivano da un altro studio svolto presso l’Università di Mary Washington: i ricercatori ritengono che questi “gesti d’amore” si trasformano in fattori predittori di disagio e diventano invalidanti per lo sviluppo dei propri figli. Si è, infatti, rilevato un alto livello di correlazione tra i comportamenti iperprotettivi e ipercontrollanti dei genitori ed il malessere psicologico percepito nella vita quotidiana dagli studenti (maggiori livelli di depressione, diminuzione della soddisfazione per la vita e più bassi livelli di autonomia, una riduzione della competenza e della capacità di andare d’accordo con gli altri).

«La teoria dell’autodeterminazione ci dice che esistono tre fattori fondamentali alla felicità e al successo di un individuo, l’autonomia, la convinzione di essere competenti e la sensazione di essere connessi agli altri – dice Schiffrin – i genitori elicottero, mandando involontariamente il messaggio ai figli che non sono capaci di fare da soli, tendono a minare tutti e tre questi elementi e, di conseguenza, questi ragazzi riportano sintomi depressivi più frequenti e minore soddisfazione rispetto alla propria vita di altri cresciuti più liberamente».

Dunque, benché armati di benevoli intenzioni nei confronti dei loro figli, le madri e i padri “elicottero” contribuiscono a rendere più ardua la loro crescita e l’acquisizione di una autonomia, “perché tanto c’è sempre qualcuno che risolve i problemi per loro”. Il risultato sarà che i figli tenderanno a considerare tutto ciò che hanno, come dovuto, dai compagni, dalla società e dal mondo.

Inoltre, troppo presi dalla necessità di guidare i figli nelle scelte ritenute migliori, a volte non ponderano nemmeno se sono o no portati per lo studio e li sottopongono a enormi pressioni riempiendoli di smisurate aspettative; fragilità e pressione potrebbe avere delle conseguenze anche pericolose (ad es. suicidi in età evolutiva).

Fortunatamente, non tutto dipende dai genitori…
Nella genesi della personalità di un individuo concorrono anche altri fattori: come la predisposizione genetica, i rinforzi dell’ambiente esterno alla famiglia ed il temperamento della persona stessa. Tuttavia, ricordiamoci che proiettare la propria ambizione sui figli, pensando più alla carriera che alla loro crescita emotiva, si fa a discapito di un’auto-consapevolezza e di una robusta fiducia in se stessi, fattori che influenzeranno la costruzione della loro felicità.
In ultimo, ma non per questo meno importante, l’approccio dei “genitori elicottero” non sembra produrre nemmeno genitori felici: le madri, in particolare, si dicono stressate e scontente, la loro vita è estremamente onerosa, sono mamme ansiose, consunte dall’essere costantemente in prima linea, e non vedono mai ripagati i loro sforzi.

Dottoressa Elena Albieri

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